yoga non duale advaita
Teatro Non Duale
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teatro
MAESTRI

Yoga vedanta tradizione non dualità


"Quando chiedo a un maestro cosa fare, in realtà è perché pretendo che la cosa non sia già in atto.
Questa pretesa mi tiene lontano dalla mia autenticità, dalla mia risonanza, da ciò che sono." Eric Baret
teatro non dualità adavita shivaismo

C'è un solo maestro.

mistero emozione maschera

L'ascolto.

Eric Baret
"Per spirito libero si riferisce a una mente libera dal passato e dal futuro. Non c’è intenzione, nessuna parte dove andare, nessun dinamismo. Il dinamismo è ciò che ci separa dall’ambiente. E’ una personalità che vuole arrivare da qualche parte. Nell’apertura, non c’è più dinamismo. E’ una sensibilità rispetto all’ambiente, e , poi, azione: ma non è più un’azione personale.
Uno spirito libero si riferisce specificatamente a questo stato senza attore, solamente azione. Gli avvenimenti accadono, ma non c’è più centro nell’azione."
Jean Klein
Cos’è la vera arte? E’ quando non c’è uno scopo o una causa?
"Chi produce arte è in una posizione di gratitudine. Dico gratitudine perché egli ringrazia che gli sia consentito di essere. Essere nella gioia, nella equanimità lo porta a produrre arte e a condividere questa gioia con gli altri. L’arte è liberare la nostra espressione dalla parte materiale. Con questo intendo che la creazione dovrebbe portarci oltre i 5 sensi, liberarci dalla materia e anche dalle idee. L’arte deve incontrare l’osservatore. Per arrivare a questo incontro con gli altri ci deve essere spazio per l’osservatore per partecipare. Vuol dire che uno deve sapere esattamente dove fermarsi. Quando sai quando fermarti, cosa non mettere, c’è un incontro tra l’opera e la persona che guarda perché l’osservatore è invitato a partecipare, a completare il lavoro. E’ vero nella pittura, musica, architettura, poesia, danza, teatro. Questo incontro è la meta, se possiamo parlare di meta, dell’opera d’arte."

Così quando ci sono troppe parole o immagini, quando il lavoro è troppo saturo, l’osservatore non ha spazio per essere creativo?
"Esatto. Ci deve essere spazio nel lavoro e questo spazio può solo apparire quando l’artista come “un artista” è assente. Quando l’artista mette sé stesso nel lavoro, smette di essere arte e diventa un’opera di espressione personale, spesso adatta solo alle discussioni sul divano dell’analista. Quando non c’è nessuno che scrive o disegna, ci sarà spontaneamente una economia di espressione. Guardate come una coppia di immagini in poche linee di una poesia haiku possono evocare un intero regno di emozioni in chi ne fruisce."

Nel teatro, a quale momento l’attore dovrebbe fermarsi per avere questo incontro insieme allo spettatore?
"Dipende dal tipo di opera che rappresenti. Ma, in ogni caso, l’attore deve portare con se il pubblico. Non deve dominarlo con la sua personalità o la tecnica. Appartiene alla grande arte dell’attore dare la giusta intensità di stimoli. Se ne dà poca, il suo ruolo è scialbo con un piatto insipido. Se ne dà troppa, il pubblico è nauseato. L’attore dà al pubblico l’opportunità di essere creativo e di completarlo. Nel completarlo c’è la gioia di creare insieme. Così lo spettatore si trova in uno stato passivo e attivo. Ascolta e allo stesso tempo completa ciò che consapevolmente non è stato rivelato. L’arte è esprimere l’inesprimibile."

Nel non esprimerlo?
"Si. Quando non c’è l’interferenza dall’ “io”, c’è economia di espressione. Ma troppa economia di espressione è anche interferenza, perché c’è troppa volontà in essa. L’intenzione di non interferire è interferire."
Abhinavagupta
“La totalità dei nostri propri raggi di coscienza si riflettono gli uni sugli altri, penetrando la coscienza individuale degli esseri presenti, senza il minimo sforzo, in uno zampillamento intenso diventano universali. Per questa ragione, quando le persone si riuniscono per uno spettacolo di danza, di canti o teatro c’è una vera e profonda gioia quando si danno allo spettacolo, tutti insieme, senza separazione. La coscienza che è beatitudine, anche vista sotto un angolo individuale, raggiunge in questi spettacoli lo stato di unità, lo stato di piena e perfetta gioia. L’assenza di causa di contrazione come la gelosia, l’odio e altro, permette alla coscienza di rimanere totalmente, senza ostacolo, nella pienezza della gioia.”
Meister Eckart
"Compiete tutte le azioni senza ragione. La vita si vive per se stessa e per nessun altro motivo .... L'amore non ha perché."