"Quando chiedo a un maestro cosa fare, in
realtà è perché pretendo che la cosa non sia già in atto.
Questa pretesa mi tiene lontano dalla mia autenticità, dalla mia
risonanza, da ciò che sono." Eric Baret
C'è un solo maestro.
L'ascolto.
- Eric Baret
- "Per spirito
libero si riferisce a una mente
libera dal passato e dal futuro. Non c’è intenzione, nessuna parte dove
andare, nessun dinamismo. Il dinamismo è ciò che ci separa
dall’ambiente. E’ una personalità che vuole arrivare da qualche parte.
Nell’apertura, non c’è più dinamismo. E’ una sensibilità rispetto
all’ambiente, e , poi, azione: ma non è più un’azione personale.
Uno spirito libero si riferisce specificatamente a questo stato senza
attore, solamente azione. Gli avvenimenti accadono, ma non c’è più
centro nell’azione."
- Jean Klein
- Cos’è la
vera arte? E’ quando non c’è uno scopo o una causa?
"Chi
produce arte è in una posizione di gratitudine. Dico gratitudine
perché egli ringrazia che gli sia consentito di essere. Essere nella
gioia, nella equanimità lo porta a produrre arte e a condividere questa
gioia con gli altri. L’arte è liberare la nostra espressione dalla
parte materiale. Con questo intendo che la creazione dovrebbe portarci
oltre i 5 sensi, liberarci dalla materia e anche dalle idee. L’arte
deve incontrare l’osservatore. Per arrivare a questo incontro con gli
altri ci deve essere spazio per l’osservatore per partecipare. Vuol
dire che uno deve sapere esattamente dove fermarsi. Quando sai quando
fermarti, cosa non mettere, c’è un incontro tra l’opera e la persona
che guarda perché l’osservatore è invitato a partecipare, a completare
il lavoro. E’ vero nella pittura, musica, architettura, poesia, danza,
teatro. Questo incontro è la meta, se possiamo parlare di meta,
dell’opera d’arte."
Così quando ci
sono troppe parole o immagini, quando il lavoro è troppo saturo,
l’osservatore non ha spazio per essere creativo?
"Esatto.
Ci deve essere spazio nel lavoro e questo spazio può solo
apparire quando l’artista come “un artista” è assente. Quando l’artista
mette sé stesso nel lavoro, smette di essere arte e diventa un’opera di
espressione personale, spesso adatta solo alle discussioni sul divano
dell’analista. Quando non c’è nessuno che scrive o disegna, ci sarà
spontaneamente una economia di espressione. Guardate come una coppia di
immagini in poche linee di una poesia haiku possono evocare un intero
regno di emozioni in chi ne fruisce."
Nel teatro, a
quale momento l’attore dovrebbe fermarsi per avere questo incontro
insieme allo spettatore?
"Dipende
dal tipo di opera che rappresenti. Ma, in ogni caso, l’attore
deve portare con se il pubblico. Non deve dominarlo con la sua
personalità o la tecnica. Appartiene alla grande arte dell’attore dare
la giusta intensità di stimoli. Se ne dà poca, il suo ruolo è scialbo
con un piatto insipido. Se ne dà troppa, il pubblico è nauseato.
L’attore dà al pubblico l’opportunità di essere creativo e di
completarlo. Nel completarlo c’è la gioia di creare insieme. Così lo
spettatore si trova in uno stato passivo e attivo. Ascolta e allo
stesso tempo completa ciò che consapevolmente non è stato rivelato.
L’arte è esprimere l’inesprimibile."
Nel non
esprimerlo?
"Si.
Quando non c’è l’interferenza dall’ “io”, c’è economia di
espressione. Ma troppa economia di espressione è anche interferenza,
perché c’è troppa volontà in essa. L’intenzione di non interferire è
interferire."
- Abhinavagupta
- “La
totalità dei nostri propri raggi di coscienza si riflettono gli uni
sugli altri, penetrando la coscienza individuale degli esseri presenti,
senza il minimo sforzo, in uno zampillamento intenso diventano
universali. Per questa ragione, quando le persone si riuniscono per uno
spettacolo di danza, di canti o teatro c’è una vera e profonda gioia
quando si danno allo spettacolo, tutti insieme, senza separazione. La
coscienza che è beatitudine, anche vista sotto un angolo individuale,
raggiunge in questi spettacoli lo stato di unità, lo stato di piena e
perfetta gioia. L’assenza di causa di contrazione come la gelosia,
l’odio e altro, permette alla coscienza di rimanere totalmente, senza
ostacolo, nella pienezza della gioia.”
- Meister Eckart
- "Compiete
tutte le azioni senza ragione. La
vita si vive per se stessa e per nessun altro motivo .... L'amore non
ha perché."
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