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Teatro Non Duale
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teatro
TEATRO NON DUALE

Scuola teatro recitazione Milano


“Io considero il mondo per quello che è: un palcoscenico
dove ognuno deve recitare la sua parte." Shakespeare
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Ascolta il sentire
e vivi la Bellezza.

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Ciò che sei nel profondo.

SEMINARIO di TEATRO NON DUALE
PROSSIMAMENTE

Non è necessario avere esperienza teatrale,
è sufficiente una risonanza con la non dualità.

Scrivici per avere informazioni.

Il seminario è a numero chiuso e a differenza dei seminari
dove il partecipante è lasciato per conto suo, c'è una interazione diretta e continua
con l'insegnante attraverso una pratica individuale, a coppie e in gruppo.

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Dai culti di Dioniso alle vallate del Kashmir, seguendo i maestri della non dualità, un'arte che celebra l'apertura al sentire del momento presente, puntando al mistero dietro le maschere. "Il teatro è l'arte del presente." Ariane Mnouchkine

“La nostra vera natura, non è uno « stato », propriamente detto, ma è la sostanza, il supporto stesso di ogni stato, nel quale nulla si anticipa né si proietta, in cui non esiste nessuna tensione verso uno scopo o un risultato. Essendo tutto presenza silenziosa, non è né interiore né esteriore, non localizzato fisicamente o psichicamente, fuori dallo spazio e dal tempo: è Essere.” Jean Klein

Il teatro non duale è una pratica concreta per vedere gli antagonismi e la dualità delll’io/maschera, tale visione è la non dualità, è Essere.

Anche se alcuni riti sono evocativi, non c’è bisogno di fare qualcosa per Essere.

Anche se alcuni luoghi sono energetici, non c’è bisogno di andare da qualche parte per Essere.

Anche se alcuni cibi sono più “sattvici” di altri, non c’è bisogno di un regime alimentare (o digiunare) per Essere.

Anche su durante l'ora di meditazione si trova la calma, non c'è bisogno di una data ora per Essere.

Anche se il futuro è ricco di speranze e aspettative, non c’è bisogno di progettare per Essere.

Anche se alcune letture sono consigliate, non c’è bisogno di libri per Essere.

Anche se per l’io alcune emozioni sono più piacevoli di altre, non c’è bisogno di sorridere per forza per Essere.

Anche se il miglioramento personale ci stimola, non c’è bisogno di evolvere per Essere.

Anche se alcune facoltà sono prodigiose, non c’è bisogno di acquisire qualità particolari per Essere.

Anche se alcune personalità ci affascinano, non c’è bisogno di maestri per Essere.

Anche se la vittoria ci esalta più della sconfitta, non c’è bisogno di vincere qualcosa per Essere.

Anche se le esperienze iniziatiche ci incantano, non c’è bisogno di alcuna esperienza per Essere.

L’Essere non ha bisogno di nulla per essere, è la luce che illumina tutto.

E non c’è bisogno di rifiutare tutte le cose descritte sopra per Essere.

Quando realizziamo che in esse non c’è ciò che cerchiamo e che le facciamo solo in riferimento al nostro io, alla sua agitazione, solo per ottenere qualcosa, quando ci rendiamo conto di tutte le storie che ci raccontiamo per essere, che non c’è bisogno di diventare nulla per Essere, siamo. O meglio, l’Essere è, perché non siamo più noi a vedere tutto questo ma siamo visti da Quello.

E allora tutto quello che appare sull’Essere, il corpo, i riti, i libri, i luoghi, i progetti, le pratiche, i regimi alimentari non sono più mezzi per essere, perché tutto è illuminato dall’Essere. Questo non impedisce anche di leggere, digiunare, meditare, viaggiare, praticare ma l’azione non è più motivata dai risultati personali che ci immaginiamo possa portare, non nasce più da una mancanza, ma dalla gioia che sentiamo mentre si compie, spontanea e funzionale, nella totale gratuità.

Sotto ogni storia delle nostre maschere, l’Essere è.

(La condivisione di questo scritto è libera, purché non se ne faccia un uso commerciale e venga riportata la fonte: teatrononduale.it)

Per teatro non duale si intende il teatro visto come arte tradizionale, cioè come un orientamento che svela l'universalità dietro le diverse individualità, la realtà perenne dietro il tempo e le storie personali. Questa realtà è indefinibile perché è al di là di tutte le parole e vive nel silenzio ma non vi è contrapposizione con la vita di tutti giorni, bensì integrazione, non dualità. Non si tratta di filosofia ma di un vissuto concreto. L’Arte in generale e il teatro in particolare spingono a vivere in modo diretto l’intuizione profonda di ciò che si è oltre il corpo, l’emozione, la memoria e il pensiero.

Nella vita di tutti i giorni, ci si identifica totalmente con la propria "storia", vedendo il mondo da un punto di vista personale e frazionale, causando separazione, conflitto, rigidità e frustrazione, come un personaggio in una commedia. In teatro però, un attore ben orientato gioca a identificarsi alle emozioni,  cioè vive intensamente le situazioni e i conflitti in maniera lucida e consapevole, in un equilibrio dinamico tra spontaneità e destrezza espressiva.  Questo gli consente di sentire tutte le emozioni che lo spettacolo richiede senza patire personalmente per alcuna di esse, cioè senza che alla fine delle rappresentazione rimangano dentro di lui disequilibri emotivi e residui psicologici. L'attore non duale ascolta nell'apertura istante per istante, ciò che arriva dal compagno in scena, ciò che sorge dentro di lui e ciò che arriva dal pubblico, e gioca con queste dinamiche per scatenare sulla scena uragani emotivi o sfumature delicate, accogliendo globalmente il sentire e lasciandolo andare, in modo spontaneo.



La scoperta del funzionamento dell’attore in relazione al personaggio svela per analogia quello che accade nella vita di tutti i giorni dove l’identità individuale è la nostra maschera personale
.  La vita di tutti i giorni non è la vita scenica ma anche se Amleto non è Mario Rossi, il funzionamento di un personaggio con desideri, conflitti e paure è analogo a quello che viviamo nella vita quotidiana, cioè l'immaginario di essere qualcuno. Se dietro le maschere sulla scena c'è l'attore, dietro la maschera personale dell'attore, nella vita di tutti i giorni, chi o cosa c'é? "Sotto la maschera, il vuoto." Giorgos Seferis

Si possono vivere le emozioni a fondo, lasciandolo vivere e lasciandole andare senza residui, come un attore alla fine di uno spettacolo? Si possono ascoltare anche le emozioni "negative" senza censurarle o bloccarle dentro di noi? Si può non avere paura di avere paura?

A queste e altre domande ancora più ardite risponde il teatro non duale.

NOTA. Il teatro non duale non è una cura, non è una terapia, non è un'assistenza psicologica. E' l'ascolto senza aspettative, l'arte di sentire la quiete anche nella tempesta delle emozioni, lasciandole vivere globalmente e svanire nel silenzio. Ogni approccio a questa arte con un fine utilitaristico di miglioramento/evoluzione/purificazione intenzionale della maschera personale, è una inutile perdita di tempo. Il fine, se c'è un fine, non è la trasformazione dell'ego (antica illusione che nutre sé stessa), ma la visione dei meccanismi di condizionamento e reazione dell'ego nella vita di tutti i giorni. Tale visione non appartiene a qualcuno, è un essere-visti impersonale, è la Non Dualità. Ci si incontra dal presentimento di questa ultima verità riconoscendo, dietro tutte le maschere conflittuali, l'universale Accoglienza, gioia senza causa.

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